Ci sono due due cose che dovremmo lasciare in eredità ai figli: le radici e le ali!
Lo so, è passato più di un mese, non ho scuse, ma se proprio volete sentirle, non è stato un mese facile.
A parte il natale e tutto ciò che comporta, ho dovuto metabolizzare una partenza, quella di mia figlia che è andata dall’altra parte del mondo per terminare la specializzazione.
Non è la prima volta e sicuramente, per gli studi intrapresi, non sarà l’ultima, ma finora è sempre restata nell’arco delle due ore di aereo, ora invece, me ne tocca fare otto, se voglio vederla e con gli impegni del “negozio” non è facile.
Qualche anno fa è stata in Belgio per l’erasmus, precisamente a Ghent, una bellissima e tipica cittadina del nord europa, un’esperienza che l’ha arricchita molto e non solo per aver imparato l’inglese, ma soprattutto per le relazioni che ha instaurato con i colleghi.
C’è un proverbio che dice “il figlio è muto e la mamma lo intende” io so quanto sia stato difficile per lei lasciare gli amici e concludere quell’anno così ricco di esperienze; allora, pensa e ripensa, al suo ritorno (breve) le ho regalato questo quadro che per sempre le ricorderà quell’anno magico.
Naturalmente, come per gli altri lavori handmade a punto croce, non copio mai da schemi prestabiliti, mi piace personalizzare sempre tutto, quindi spulcio qualche rivista, elaboro ed invento.
A fine lavoro, un bel bagno nel the, gli conferisce quell’aria un po’ vissuta tipica dello stile shabby.
Sono già pronta per il prossimo rientro, che ne dite, sarà difficile da ricamare la statua della libertà?
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